Pagina di benvenuto Attualità Bassi margini quali ipoteca per il futuro dell’industria MEM
Interlocutore  Ivo Zimmermann Ivo Zimmermann
Responsabile di settore
+41 44 384 48 50 +41 44 384 48 50 i.zimmermannnoSpam@swissmem.ch
Condividere

Bassi margini quali ipoteca per il futuro dell’industria MEM

Nel 2016, dopo un anno molto difficile, l’industria metalmeccanica ed elettrica (industria MEM) è riuscita a riprendersi. Rispetto al 2015, gli ordinativi sono aumentati del +9.5 percento. Benché il fatturato, visto sull’arco dell’intero anno, è nuovamente calato di -1.8 percento, nel quarto trimestre 2016 vi è stata anche in questo caso un’inversione di tendenza. Le esportazioni di beni si sono assestate ai valori dell’anno precedente (+0.1%), arrestando così la tendenza negativa. In contrasto a questi sviluppi positivi preoccupa la redditività delle aziende. Quasi un quarto (23%) delle aziende MEM hanno segnato nel 2016 un EBIT in perdita. Nell’anno 2014 solo il 7% di loro era in questa situazione. Questo dimostra chiaramente che parecchie aziende non sono ancora riuscite a superare la forza del Franco svizzero. Di conseguenza dovrebbe proseguire in modo accelerato il cambiamento strutturale, tenendo presente che il 46 percento delle aziende industriali sta valutando delocalizzazioni all’estero nel corso dei prossimi tre anni. Come si svilupperà la situazione per l’industria MEM dipende in gran misura dal corso dei cambi valutari e dall’andamento congiunturale sui principali mercati.

Dopo che, nel secondo e terzo trimestre 2016, l’entrata ordini per l’industria MEM ha segnato un importante crescita nei confronti dello stesso periodo dell’anno precedente, nel quarto trimestre si sono assestate ai livelli dell’anno precedente (+0.2%). Se visto sull’arco di tutto il 2016, gli ordinativi sono cresciuti del +9.5% rispetto all’anno 2015. Se rapportato allo stesso periodo dello scorso anno, anche il fatturato ha avuto nel 2016 una leggera crescita (+2.7%). Questo vale sia per le grosse aziende che per le PMI. Globalmente però, nel 2016 il fatturato ha riscontrato una contrazione di -1.8 percento. Sempre nel 2016, l’utilizzo degli impianti ha raggiunto mediamente l’86 percento, valore che corrisponde alla media pluriennale (86.3%).

Calo delle esportazioni è stato frenato

Le esportazioni di beni dell’industria MEM hanno raggiunto i livelli dell’anno precedente (+0.1%), totalizzando un valore di 63.3 miliardi di Franchi. Grazie a questo si è riusciti a frenare il trend negativo per le esportazioni. Questa evoluzione fonda sulla crescita delle esportazioni nelle categorie di prodotti legate agli strumenti di precisione (+3.8%), ai metalli (+2.7%) e all’elettrotecnica/elettronica (+1.6%). Si è invece dovuto assistere ad un ulteriore calo di -0.8 percento per le esportazioni nel campo della costruzione di macchine, gruppo che rappresenta la fetta principale. Le principali aree di vendita hanno avuto sviluppi diversi. È incoraggiante che le esportazioni verso i Paesi dell’UE, di gran lunga il principale mercato di vendita con una fetta del 59.3 percento sulle esportazioni, hanno avuto una crescita del +2.8 percento. Per il settimo anno consecutivo, sono cresciute le esportazioni verso gli USA (+2.1%). Con un -5.4%, le esportazioni verso i Paesi dell’Asia sono invece calate sensibilmente.

Dopo un 2015 particolarmente difficile, lo scorso anno l’industria MEM è riuscita a riprendersi, sia per quanto riguarda gli ordinativi che per le esportazioni. Nel quarto trimestre 2016 è subentrata un’inversione di tendenza anche per il fatturato. Per quanto riguarda l’entrata ordini futura, nel corso del 2016 sono migliorate costantemente le aspettative future, e questo vale sia per le grandi aziende che per le PMI. Stando alla più recente indagine Swissmem, il 49 percento delle aziende prevede un 2017 una crescita degli ordinativi provenienti dall’estero. Solo il 14 percento teme un calo. Questo timido ottimismo è condiviso dalle grandi aziende e dalle PMI.

Situazione inquietante per i margini

I risultati di un’indagine condotta da Swissmem all’inizio dell’anno, relativa alla redditività delle aziende, mostra un quadro differente: a livello di EBIT per il 2016, quasi un quarto (23%) delle aziende si trova in territorio negativo. Un terzo di loro (34%) hanno sì raggiunto un risultato positivo, ma, con un margine EBIT inferiore al cinque percento, insoddisfacente. Se paragonato al 2014, allora solo il sette percento delle aziende riscontrava una perdita e il 23 percento un margine EBIT tra zero e cinque percento. Nel confronto, sono le piccole aziende ad essere le più toccate, mentre la differenza tra quelle medie e quelle grandi non è significativa. “Queste cifre sono preoccupanti” dice il presidente Swissmem Hans Hess. “A conti fatti, due anni dopo l’abbandono del cambio fisso contro Euro, il 57 percento delle aziende ha registrato un margine nullo o insufficiente, impedendo loro di effettuare investimenti per il futuro.” Questi risultati mostrano chiaramente che parecchie aziende, in particolare le PMI, non hanno ancora superato lo shock legato al Franco svizzero. A questo vanno aggiunte le difficoltà derivanti dal fatto che, negli ultimi mesi, il Franco ha continuato ad apprezzarsi nei confronti dell’Euro.

La ristrutturazione continua

La difficile situazione per le aziende MEM si ripercuote anche sul numero di dipendenti. Alla fine del 2016 l’industria MEM occupava 317’600 collaboratrici e collaboratori. Questo significa che, nel corso degli ultimi due anni, il settore ha perso 12’600 posti di lavoro. Tuttavia da inizio 2016, gli annunci per posti vacanti pubblicati dalle aziende membro Swissmem sono di nuovo in aumento.

L’accelerazione del cambiamento strutturale dovrebbe tuttavia proseguire anche nel 2017. Stando allo “Swiss Manufacturing Survey” del Technology-management Institute dell’Università di S. Gallo, non ancora pubblicato, il 46 percento delle aziende sta valutando delocalizzazioni all’estero, previste nel corso dei prossimi tre anni. Il motivo principale risiede nella riduzione dei costi di produzione. Oltre all’ innovazione del prodotto e dei processi, questo è l’unico sistema a disposizione delle aziende per poter migliorare la loro redditività in Svizzera. Questo coincide con l’opinione degli intervistati, su quali saranno i posti di lavoro toccati. Prevedono che quelli nell’ambito della produzione diminuiranno, mentre i posti di lavoro nella ricerca, nello sviluppo e nel project management potranno aumentare.

Sono più che mai necessarie migliori condizioni quadro

Come potrà cambiare la situazione del settore MEM nel 2017 dipende in buona parte dai corsi di cambio delle valute – in modo particolare con l’Euro – a dall’andamento congiunturale sui principali mercati. Visto nel breve termine, solo l’indebolimento del Franco contro Euro potrebbe alleviare la difficile situazione reddituale di parecchie aziende. Nel breve e lungo termine, l’innovazione dei processi e del prodotto possono favorire un percorso di crescita sostenibile. Per fare ciò, le aziende devono però essere nuovamente in grado di generare margini sufficienti.

Se in ambito di economia politica migliorassero sensibilmente le condizioni quadro, la politica potrebbe favorire in modo sostenibile l’industria in Svizzera. Concretamente, le aziende necessitano un sgravio dei costi. Purtroppo però, al momento non vi è nulla in vista.

  • La bocciatura della RI imprese III, della quale avrebbero potuto beneficiare soprattutto le PMI innovative del settore MEM, rappresenta un’occasione mancata. Swissmem si compiace del fatto che il Consiglio federale intende presentare in tempi brevi una proposta di riforma fiscale modificata. Anche per questa nuova proposta è necessario che la priorità sia posta nel rafforzare la piazza svizzera e nel mantenere l’imposizione fiscale delle imprese a un livello internazionalmente concorrenziale.
  • Con la «Strategia energetica 2050» si generano costi aggiuntivi, senza con questo risolvere il problema dell’approvvigionamento nei mesi invernali. Analogamente, Swissmem respinge anche la nuova Legge sull’energia, che sarà messa in votazione il prossimo 21 maggio 2017.
  • Il risanamento della previdenza per la vecchiaia nel pacchetto Previdenza per la vecchiaia 2020 è importante e urgente. Tuttavia, per le aziende industriali è però cruciale che il Parlamento elabori una soluzione senza generare costi aggiuntivi troppo elevati.

E, non da ultimo, il perdurare delle incertezze riguardanti il futuro rapporto con l’UE condiziona la volontà di investire in Svizzera. Politicamente, è giunto il momento per avere un po’ di pace interna. Per questo motivo, Swissmem respinge l’iniziativa RASA ed è contraria pure al referendum sull’IIM. Le autorità e l’economia devono garantire, che l’attuazione dell’IIM decisa dal Parlamento sia diretta da misure adatte per l’immigrazione e che il potenziale indigeno sia sfruttato al meglio.

Appendice: Grafica per la stampa Comunicato stampa Ulteriori informazioni presso:

Ivo Zimmermann, responsabile comunicazione

Tel.: +41 44 384 48 50 Mobile: +41 79 580 04 84

E-Mail: i.zimmermannnoSpam@swissmem.ch

Philippe Cordonier, responsabile per la Svizzera romanda

Tel.: +41 21 613 35 85 Mobile: +41 79 644 46 77

E-Mail: p.cordoniernoSpam@swissmem.ch